Sergio Favetti ha 51 anni ed è affetto da retinite, che lo rende quasi completamente cieco.
Sin da piccolo, ci racconta, rimaneva imbambolato attaccato al tubo catodico prestando estrema attenzione a tutti i documentari che parlavano di pesci e di mare.
La sua storia con la subacquea ha inizio nel 1993, quanto un amico gli riporta il desiderio di un gruppo di persone di voler insegnare alle persone con disabilità ad andare nelle profondità marine con le bombole.
Forte della sua passione e pieno di energie, Sergio ha al suo attivo più di 300 immersioni, tra le quali, una delle prime, nel lago di Monate, a Varese, e alle Maldive, durante la quale ha nuotato con una mano appoggiata sul carapace di una tartaruga.
Certamente, durante la sua attività si è imbattuto, e a volte si imbatte ancora, in alcune difficoltà: quella più importante da superare è di tipo logistico: Raggiungere la piscina o il mare con una quindicina di kg di attrezzatura richiede l’aiuto di qualcuno con un auto. Se inizialmente riusciva ad essere accompagnato dall’istruttore, adesso è riuscito a costruirsi una cerchia di amicizie con cui riesce a risolvere più agilmente questo problema.
Sergio ha sempre affrontato la vita pensando a quelli che sono i suoi obiettivi, siano essi per piacere o lavorativi, sposando pienamente la filosofia del Disabled Divers International, la didattica per persone con disabilità con il quale collabora e riuscendo a spostare il limite, usando cuore e cervello, sempre più in là.