Tutti i giorni da lunedì 22 fino a fine giugno alle 16,30, 10 minuti di approfondimento sul fenomeno dei Hikikomori, fenomeno giapponese che identifica persone isolate che non escono mai dall’ambiente domestico.
Ho iniziato ad analizzare questo fenomeno prettamente giapponese, ma che si sta espandendo in Euorpa anche in italia, e in USA specie nel Nord America, per via delle mie attività sia di volontariato che nel campo di studi nell’ambito della salute mentale.
Incuriosito ho abbastanza approfondito l’argomento Hikikomori. Letteralmente vuol dire stare in disparte “isolarsi”, ed è un termine giapponese utilizzato per definire le persone che hanno scelto di ritirarsi dalla vita sociale da un periodo che va dai 6 mesi fino a molti anni, alcuni Hikikomori possono ritirarsi nelle loro stanze anche per più di 10 anni, arrivando a livelli estremi di isolamento e confinamento.
Scelte di questo genere possono essere causate da fattori personali e sociali di svariata natura. Tra questi ci possono essere fattori di causa familiare, come ad esempio la struttura della famiglia giapponese composta spesso da un padre assente e da una madre iperprotettiva. Anche se il contesto familiare è importante io non mi sento di dare la colpa principale alla famiglia, ma penso che le cause principali vadano ricercate nella particolare struttura della società giapponese, improntata su un modello di forte competitività sociale, per raggiungere il successo personale a cui un individuo viene sottoposto fin dall’adolescenza, e di soppressione dell’individualità.
Il percorso terapeutico per gli hikikomori può durare da alcuni mesi a molti anni. Consiste nel trattare la condizione o come un disturbo mentale (quindi con sedute di psicoterapia e/o assunzione di psicofarmaci), e anche ricovero ospedaliero nei casi più gravi, oppure come un problema di socializzazione cercando di stabilire un contatto con i soggetti colpiti e carcando di migliorare la loro capacità di interagire.
Siccome si è visto che spesso il secondo tipo di trattamento risultava quello che dava risultati migliori nei termini di reinserimento sociale, mentre con l’ultizzo di psicofarmaci spesso aumentava ancora di più l’apatia e la letargia e diminuiva l’empatia dei soggetti hikikomori, si è sentito la necessità di avere una struttura che riuscisse a staccare gli hikikomori dalla loro stanza, cosi lo psicologo giapponese Tamaki Saito specializzato in psichiatria adolescenziale, ha sentito il bisogno di creare una struttura per questi soggetti chiamata New Start.
La New Start è un associazione no profit, la cui sede principale è in Giappone, nelle prefetture di Chiba e Yamanashi. Possiede altre sedi secondarie nelle Filippine e in Australia e ne possedeva una in Italia(ora chiusa). L’organizzazione si propone di aiutare principalmente gli hikikomori che trovano difficoltà nella comunicazione e nell’integrazione nella società, avendo lo scopo primario di migliorare le loro capacità di interagire e di renderli indipendenti dalla famiglia, cercando di fargli svolgere piccoli incarichi e lavori.
Spesso in questa struttura i ragazzi imparano lavori manuali, o vengono riavviati ad un percorso di studio congruo con le loro capacità. La struttura della New Start è situata fuori città, si può definire una casa nel verde. Spesso è la famiglia dell’Hikikomori a chiamare la struttura che in questi casi diventa un estensione della struttura famigliare, ma si preferisce che sia la persona interessata a chiamare perchè staccarsi quanto prima dalla famiglia viene visto come un primo atto di indipendenza da parte del soggetto hikikomori.
Il fenomeno dello Hikikomori può essere considerato come una ribellione della gioventù’ giapponese che con l’isolamento estremo e la volontaria esclusione sociale attua una forma passiva di protesta verso la cultura tradizionale.
Il governo giapponese per tentare di arginare il problema che ormai vanta un milione di persone , l’1% della società giapponese ha tentato di individuare alcuni criteri per diastosticare con esattezza lo stato di hikikomori: .hikomori non è una sindrome
.ritiro completo dalla società per più di sei mesi
.presenza di rifiuto scolastico e/o lavorativo
.al momento dell’insorgenza del disturbo non vengono diagnosticate schizofrenia, ritardo mentale o altre patologia psichiatriche rilevanti, anche se l’Hikikmori può soffrire di depressione o DOC(disturbo ossessivo compulsivo), o altre patologie psichiatriche rilevanti.
Tra i soggetti con ritiro e perdita di interesse per la scuola o il lavoro sono esclusi coloro che continuano a mantenere relazioni sociali.
Lo stile di vita degli hikikomori è caratterizzato da un ritmo circadiano sonno veglia completamente invertito. Le ore della notte spesso sono usate per per dedicarsi alle tipiche passioni giapponesi come la lettura di manga, e l’utilizzo delle chat, i rapporti interpersonali reali sono totalmente sostituiti da internet.
Questo aspetto suggerisce una contraddizione il soggetto rifiuta i rapporti sociali, ma passa la maggioranza del tempo in chat o nei giochi online dove comunque intrattiene relazione sociali di vario tipo.
Tuttavia la maggioranza degli hikikomori, al posto di usare internet preferisce impiegare il proprio tempo leggendo libri o manga, e girovagare e oziare per la propria stanza per evidenziare la loro incapacità di frequentare la scuola o cercare un lavoro.
La mancanza di contatto sociale e prologata solitutine hanno effetti profondi su questi soggetti che mano mano perdono gradualmente le loro abilità sociali, comunicative, e di intereazione col mondo esterno, anche se come viene dimostrato dall’esperienza new start, messo l’hikikomori in un contesto di socializzazione le capacità sociali e di interazione tendono a ricomparire gradualmente.
L’Hikikomori, generalmente lascia di rado la sua abitazione anche per lavarsi, si stima che la maggioranza degli hikikomori usa farsi un bagno ogni sei mesi, questo è emerso in seguito a varie interviste fatte a soggetti che hanno convissuto con la problematica per molti anni, chiedono ai loro familiari che il cibo gli venga lasciato davanti alla loro stanza, finito di mangiare ripoggiano il piatto fuori la porta, generalmente fanno due o tre pasti al giorno.
Anche se la maggioranza degli Hikikomori vive in famglia e sono per lo più figli unici, esistono Hikikomori che vivono da soli e che escono limitatamente solo verso sera , per procurarsi il cibo in appositi super market, quindi sono uscite limitatissime e soltato per questo motivo specifico.
La maggioranza degli Hikikomori non riesce ad immaginare se stesso durante l’età adulta, anche questo genera isolamento. L’Isolamento a cui si sottopone l’hikikomori e al non avere più figure di riferimento tranne quelle genitoriali, spesso porta anche ad avere un comportamento aggressivo verso questi ultimi, il 30-40% degli hikikomori è violento verso la famiglia.
Il suicidio fortemente praticato nella società giapponese per motivi di fallimento, risulta essere rarissimo negli Hikikomori a salvarli è il loro narcisismo.
L’Hikikomori, deriva dall’Otaku che è il suo progenitore, altro termine molto in voga in Giappone specie negli anni 80, ma utilizzato ancora oggi, spesso è usato per definire una persona che ha una forte passione per i videogiochi e manga, e per dedicarsi ad una forma di gioco compulsivo, si autoesclude dai rapporti sociali.
Ma il termine è anche utilizzato in maniera dipregiativa per definire una persona che ha una forte passione specifica ma non possiede le competenze per parlarne.
Un altro termine giapponese che è utilizzato per definire una persone che potenzialmente può diventare Hikikomori, è il Ronin.
In antichità erano i samurai, oggi il termine Ronin è utilizzato per indicare i ragazzi che una volta finite le superiori si apprestano a svolgere un pesantissimo esame di ammissione all’università della durata di tre giorni, chi non riesce a superare quest’esame rimane in una specie di limbo per un anno, visto che non può iscriversi a nessun corso universitario, senza superare un test di questo tipo, l’unica cosa che può fare è prepararsi per l’anno dopo, e passare un anno di studi in solitudine concentrati solo su quel test.
Un ragazzo giapponese online che per un anno è stato Ronin, ha parlato della sua esperienza(lui voleva entrare in una prestigiosa facoltà si psicologia, ma non ha superato il test). Dicendo che per 6 mesi è stato molto diligente e ha dedicato tutto se stesso allo studio, ma dopo 6 mesi ha perso totalmente la sua diligenza e ha iniziato a divagare online nelle chat e nella lettura compulsiva di manga diventando di fatto un Hikikomori.
Altri termini dispregiativi, che usa la società giapponese, che possono essere collegati a grandi linee all’Hikomori, sono:
I Parasite single:
Un etichetta che si riferisce a tutte le persone che, pur potentendo lavorare e diventare indipendenti dal punto di vista economico, continuano a farsi mantenere dai loro genitori.
In questa definizione possono rientrare sia i soggetti che provenendo fa familie benestanti decidono di approfittare della condizione di benessere economico della propria famiglia, che i soggetti che pur volendo trovare un occupazione nn riescono a trovarla.
Mukkekon sedei
Sono le ragazze che non desisiderano sposarsi o avere figli, ma che decidono di dedicarsi alla carriera lavorativa.
Freeter
Con questa etichetta ci si riferisce a quei ragazzi che passano da un lavoro temporaneo all’altro, senza mai trovare un posto fisso.
Il fenomeno dell’Hikikomori non è soltanto giapponese, in Italia e in Europa si può fare un raffronto tra questo fenomeno e i NEET (Not Engaged in education, employment or training), termine inglese che indica le persone che non sono impegnate , nè nello studio, nè nel lavoro, e che non frequentano scuole o corsi di formazione, l’età è compresa solitamente dai 16 ai 35 anni, nonostante non ci sia sempre ritiro sociale totale da parte dei NEET, hanno diverse caratteristiche comuni all’Hikomori.
Altre prove sull’esistenza dell’Hikokomori in italia, si possono trovare su vari blog e forum online, dove diverse persone scrivono di aver adottato il comportamento da hikikomori, con isolamento anche decennale , generalmente studenti universitari che non riuscivano a completare il proprio percorso di studi o persone che non trovavno un attività lavorativa stabile.
Nonostante il ritiro prolugato molti Hikikomori sia Giapponesi che Europei, quando riescono a uscire dalla popria stanza, a riprendere gli esami universitari, e a ricostruirsi un contesto sociale, si sentono tranquilli e sereni, anche se le ricadute possono essere presenti.
La figura dello Hikikomori, è stata spesso usata anche nei manga e negli anime. L’opera più nota è quella dello scrittore Tatsuhiko Takimoto, vissuto lui stesso per un certo periodo della sua vita da Hikikomori, il nome del romanzo semi-autobiografico è Welcome to the NHK, ed è stato successivamente trasportato in anime e manga. La storia parla di Tatsuhiro Satō, un giovane che lasciata l’università continua a vivere nel suo appartamento di Tokio con i soldi che gli mandano mensilmente i suoi genitori, nella serie viene salvato da un assistente sociale e da una giovane ragazza che lavorava con lei chiamata Misaki, divere citazioni del protagonista sono state lette durante la trasmissione sugli Hikikomori.
Con questo articolo e le mie 7 trasmissioni spero di aver fatto capire a grandi linee un fenomeno estremamente complesso e con moltissime sfaccettature.
Emanuele.
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