Avete presente quei piccoli bruchi che, chiusi dentro i loro bozzoli, sgomitano e scalpitano per uscirne? Ecco, la stessa situazione è vissuta ancora troppo spesso dalle persone con disabilità: molte di loro, per impossibilità o per paura, non riescono a uscire dal “bozzolo” in cui la società sembra averle rinchiuse. Questo è quello che succede quando un genitore scrive una tremenda recensione su un villaggio vacanze perché i suoi figli sono stati “costretti a vedere una miriade di disabili in carrozzina”. E’ a genitori come questo che si rivolge il progetto Usciamo dal bozzolo e la casa editrice il brucofarfalla.
Uscire dal bozzolo, per le persone con disabilità, significa tante cose… dal poter andare a scuola autonomamente insieme ai loro compagni prendendo l’autobus, al potersi fermare a giocare con loro. Ed è proprio quello che, un giorno, decide di fare Piero, protagonista del primo libro edito dalla neonata casa editrice, desideroso di prendersi con tutte le forze e le proprie possibilità la sua autonomia, vivendo e crescendo insieme ai suoi amichetti.
Perché proprio i libri per bambini?
Dopo la vicenda della brutta recensione che un cliente ha fatto nei confronti del Lido d’Abruzzo di Roseto, il brucofarfalla ha deciso di regalare un pacco con alcune copie del proprio libro Piero e il brucofarfalla al villaggio turistico in segno di apprezzamento verso una realtà commerciale all’avanguardia proprio sul tema delle disabilità, in un campo così importante come quello del turismo.
C’è moltissimo da fare ancora per dare l’opportunità alle persone con disabilità di uscire definitivamente dal bozzolo, ma molto passa anche dal crescere bambini e genitori alla cultura delle differenze. Ed è proprio questo uno degli obiettivi principali della casa editrice il brucofarfalla.
Cosa vuol dire, quindi, uscire dal bozzolo? Da parte delle persone con disabilità, vuol dire avere l’opportunità di esprimersi in ogni aspetto della propria vita. E per chi legge i libri e le storie raccontate da il brucofarfalla, vuol dire interiorizzare, e quindi imparare, che un mondo in cui le persone vengono imprigionate nelle proprie disabilità è un mondo malato che può guarire solo grazie alla genuinità dei bambini.
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