Dopo aver parlato della concezione delle persone con disabilità nell’antica Grecia, non si può non parlare, per la serie di Spigolature con l’amico Paolo, di ciò che avveniva nell’antica Roma.
Anche in questo periodo, i primi ad essere convinti dell’inutilità delle persone con disabilità, paradossalmente, sono i grandi filosofi: primo fra tutti, Lucio Seneca.
Il concetto di utilità, soprattutto, tocca in particolar modo i legionari che, tornati mutilati dalle guerre, non potevano sacrificare agli Dei.
Anche in questo periodo, comunque, troviamo delle eccezioni. Gaio Giulio Cesare, ad esempio, soffriva di crisi epilettiche: nonostante oggi queste vengano considerate profondamente disabilitanti, al tempo degli antichi romani venivano considerate come uno stato di maggiore vicinanza agli Dei.
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