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Sibilla Aleramo, la drammatica storia d’amore di una donna libera

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“Credo fermamente che il femminismo sia una delle leve che rigenereranno il nostro vecchio mondo”, questo annotava in un quaderno la scrittrice Sibilla Aleramo la cui vita è sicuramente stata turbolenta come quella di una donna in lotta perenne per l’affermazione al proprio diritto di essere. Femminista, poi fascista, poi fermamente comunista; il suo modo evidente di essere libera trovò però un cortocircuito nell’incontro e innamoramento con lo scrittore Dino Campana.

Nata nel 1876 ad Alessandria seppur da una famiglia di buona cultura, come accadeva a molte ragazze dell’epoca Sibilla aveva fatto solo la scuola elementare. Ma da sola si costruisce una ampia cultura sia letteraria che politica. Legge testi che parlano di socialismo e sposa da subito la causa femminista ritenendo che il sistema sociale contemporaneo sia basato sulla disuguaglianza tra uomini e donne che questa sia la madre di tutte le disuguaglianze.
Al libro che raccoglie il loro carteggio amoroso è dedicata questa puntata di “In meno di un’ora” soffermandoci soprattutto sulla figura di lei, una donna colta, già nota ed emancipata eppure, come emerge dalle sue lettere, che si sente inadeguata rispetto ad un uomo palesemente problematico come lui.
Curiosità: il film del 2002 “Un viaggio chiamato amore”, che riporta lo stesso titolo del libro, di Michele Placido  con Stefano Accorsi e Laura Morante, è tratto dalle loro lettere.